“Grotteschi e arabeschi in nero" in mostra da Gonnelli Firenze

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gonnelli sede nuova“Grotteschi e arabeschi in nero. La carne, la morte e il diavolo nella grafica del Simbolismo” è la mostra che sarà ospitata fino al 22 dicembre presso il nostro associato Libreria Antiquaria Gonnelli 1875 di Firenze.

Il titolo è un omaggio a Tales of the grotesque and arabesque di Edgar Allan Poe, mentre il sottotitolo cita intenzionalmente il famoso La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica di Mario Praz – pubblicato per la prima volta nel 1930 e in edizione accresciuta nel 1942 – che viene considerato ancora oggi un saggio di critica letteraria innovativo e fondamentale per mettere a fuoco la cultura romantica europea del secondo Ottocento e la sua agonia nel Decadentismo di fine secolo. Il libro fu infatti tradotto col titolo The romantic agony in Inghilterra dove fu accolto favorevolmente fin da subito, mentre suscitò critiche da parte della cultura ufficiale italiana rappresentata all’epoca da Benedetto Croce.

Nel primo volume di Tales of the grotesque and arabesque di Poe il grottesco era associato al gotico, al mostruoso e al terrificante con racconti come Il crollo della casa Usher e Morella dominati dal tema della morte, da apparizioni di spiriti defunti, dal mistero e dal subconscio. Nel secondo trovava più spazio l’arabesco con le sue componenti immaginifiche, fantastiche e artificiose secondo il gusto orientale, anche se pervase da atmosfere fosche e maligne.

Charles Baudelaire, fervente ammiratore di Poe, considerava il grottesco come generatore di quel riso assoluto, vero e violento, la cui energia creatrice era associata al Male e a Satana. L’arabesco, con la sua linea flessuosa, era invece legato all’espansione senza limiti della creazione artistica e della sensibilità in tutte le sue infinite e variabili sfumature. Il poeta, che dava all’immaginazione il potere di ricreare dal profondo dell’anima la realtà visibile del mondo e di varcare la soglia di una dimensione “altra” attraverso l’analogia e la metafora, considerava il disegno arabesco, con la sua imprevedibile mutevolezza, il più ideale e spirituale di tutti. 

Baudelaire fu anche uno dei primi estimatori dell’incisione, nello specifico dell’acquaforte, al centro di un importante risveglio verso il 1860, ritenendola il mezzo più adatto a esprimere la personalità più intima e segreta degli artisti. Max Klinger riprese e amplificò questo concetto nel trattato Malerei und Zeichnung del 1891 nel quale assegnava al bianco e nero, caratteristica peculiare delle arti grafiche, la possibilità di addentransi in campi preclusi o almeno non adatti alla pittura legata all’uso verosimigliante del colore, quali il fantastico, il bizzarro, il grottesco e perfino l’orrido. 

Da queste premesse si sviluppa il progetto della mostra Arabeschi e grotteschi in nero a cura di Emanuele Bardazzi che rappresenta un viaggio misterioso e avvincente nella grafica simbolista e visionaria europea tra Ottocento e Novecento attraverso le sue espressioni più originali e conturbanti. In un gioco di specchi la mostra e il relativo catalogo si articolano in otto sezioni, ripercorrendo in modo analogico le varie tematiche affrontate da Praz nel suo libro. Esso, secondo Enzo Di Mauro, aveva il merito di evocare «la voce dell'uomo delle caverne, quella specie estinta che ancora persiste nel fondo delle nostre anime e che non infrequentemente, in questi nostri torbidi tempi, viene alla superficie», considerazione più che mai adatta ai giorni d’oggi, che appaiono ormai assuefatti all’orrore quotidiano e al disprezzo della vita umana, generando un annichilito smarrimento delle coscienze, ma anche molte riflessioni sui temi eterni del Bene e del Male insiti in ogni essere umano nella propria doppiezza di positivo e negativo.

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Durata mostra: dal 7 al 22 dicembre 2023. Orari: 9-13, 14-18

Inaugurazione: 6 Dicembre 2023. Ore 18

Libreria Antiquaria/Casa d’Aste/Casa d’Arte Gonnelli 

Via Fra’ Giovanni Angelico, 49 Firenze. 

Tel. Libreria: 39 055 216835 

www.gonnelli.it