I temi affrontati nell’incontro di primavera della Unione
Il patrimonio e la tutela dell’impresa-famiglia in ottica ultracentenaria, le differenze strutturali tra imprese storiche italiane e giapponesi accomunate da un forte senso di responsabilità sociale, l’importanza del fattore “managerialità” che sopravvive alle persone e garantisce la continuità del brand nella longevità aziendale.
Sono i temi che l’Unione Imprese Storiche Italiane (www.uisitalia.org), associazione che abbraccia i marchi più longevi del Made in Italy con almeno 100 anni di attività produttiva), ha affrontato venerdì 23 marzo 2018 nel corso del convegno dal titolo “Omnia tempus habent -Famiglia e Impresa nella longevità dei marchi storici: un confronto tra Italia e Giappone”, che si è tenuto presso la sede di Villani Salumi (1886) a Castelnuovo Rangone (Modena), azienda depositaria per eccellenza dell’arte salumiera italiana.
Il convegno, inserito nel tradizionale Incontro di Primavera e moderato da Franco Torrini della Unione Imprese Storiche Italiane, ha visto la presenza come relatori del prof. Kenji Matsuoka (Ryukoku University) e del prof. Franco Cesaro (Cesaro & Associati, consulente per aziende familiari con attività di docenza presso università italiane e straniere).
Nel suo intervento, Kenji Matsuoka ha illustrato la struttura “verticale” delle imprese storiche giapponesi che ancora si basano sul sistema della primogenitura maschile per la guida esclusiva dell’azienda, sottolineando come tale aspetto appaia in netto contrasto con il sistema “orizzontale” italiano nel quale fratelli e sorelle si trovano coinvolti nella gestione dell’impresa di famiglia, sebbene con compiti diversi.
Franco Cesaro ha quindi affrontato il tema della convivenza tra generazioni (verticale) e fra la stessa generazione (orizzontale), quello dell’inserimento di managerialità esterne nell’impresa di famiglia e infine il tema delicato del passaggio generazionale. “Il tempo giusto per il passaggio generazionale – ha detto Cesaro – è quando la generazione successiva decide di essere impresa, oltre che essere manager capace di gestire l’impresa, e quindi di avere una visione di lungo che garantisca al sistema, al territorio di riferimento, a tutte le persone che concorrono alla creazione di valore, di avere una visione di lungo periodo e di vita”.