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Grande successo per l’Incontro d’Estate della UISI a Rossano

rossano 2019
Sabato 22 giugno i rappresentanti della UISI Unione Imprese Storiche Italiane sono stati ospiti dell’associato Amarelli, impresa familiare con sede a Rossano (Cosenza) che dal 1731 lega il proprio nome alla produzione della liquirizia. L’occasione è stata quella dell’Incontro d’Estate che per la seconda volta nella storia dell’associazione si è tenuto nel sud-Italia coinvolgendo anche realtà ultracentenarie del territorio cosentino e calabrese.
A fare gli onori di casa gli imprenditori Fortunato e Pina Amarelli che hanno guidato gli ospiti alla visita dello stabilimento di produzione (dove le radici di liquirizia, sminuzzate da un apposito macchinario, passano attraverso una serie di fasi modernissime e computerizzate, e dove c’è ancora - accanto alla “conca” - un “mastro liquiriziaio” che controlla l’esatto punto di solidificazione del prodotto) per poi condurli, attraverso un percorso di grande fascino, alla scoperta dei rinnovati spazi del Museo della Liquirizia “Giorgio Amarelli”, il secondo museo d’impresa più visitato d’Italia, un vero gioiello della tradizione imprenditoriale che è stato ricavato all’interno della antichissima dimora di famiglia, un edificio risalente al 1400.
“Il ruolo delle imprese ultracentenarie italiane è oggi fondamentale – ha detto Fortunato Amarelli, amministratore delegato della società – In un mondo sempre più globalizzato e accelerato la storia della quale questi brand sono depositari diventa un formidabile vantaggio competitivo. E’ per noi un onore, oggi, ricevere e accogliere nei nostri spazi i rappresentanti di marche accomunate da una longevità di almeno 100 anni. Ed è un vanto poter far parte di un’associazione che è l’unica in Italia a preservare e custodire certi requisiti storici a livello imprenditoriale”. “I nostri rappresentati hanno potuto oggi visitare un’eccellenza imprenditoriale e museale davvero unica come Amarelli 1731 – ha aggiunto Iacopo Manetti, vicepresidente della UISI Unione Imprese Storiche Italiane – L’Unione, che dal 2012 opera su tutto il territorio nazionale, è in netta crescita anche al sud-Italia con eccellenze aziendali legate al territorio non solo da un punto di vista produttivo ma anche etico e sociale, due valori imprescindibili della nostra mission associativa”.
In occasione dell’Incontro d’Estate si è anche tenuto un momento di confronto sul tema “Il marchio UISI: i marchi collettivi come strumenti strategici di marketing”. Il focus ha visto l’intervento del Prof. Aldo Presta (designer, consulente per la comunicazione di Presta-lab.it e responsabile Ufficio identità visiva dell’Università della Calabria), che ha coinvolto la platea di imprenditori soffermandosi sui valori identitari della marche ultracentenarie italiane, imprese che secondo Presta hanno una straordinaria reputazione che equivale anche a una responsabilità a 360° perché non si rivolgono solo al consumatore finale ma al territorio di appartenenza, alle problematiche sociali e ambientali. “Anche e soprattutto per le marche ultracentenarie della UISI Unione Imprese Storiche Italiane che fanno parte di un’associazione che raccoglie solo chi è molto longevo – ha aggiunto Presta – oggi si avverte la necessità tenere alta la guardia, per difendere e rilanciare continuamente il proprio onore-brand. In tal senso il marchio collettivo diventa un valore aggiunto di quello aziendale, un modo per identificarsi in un universo postmoderno dove servono sentieri e non dogmi, dove è spesso necessario adattarsi senza smarrire la propria identità, dove l’innovazione è la vera chiave del successo della longevità”. “Tutto ciò che rappresenta un elemento di garanzia per l’individuo consumatore – ha aggiunto Presta – è un carico di responsabilità per chi sta dal lato della produzione ma un elemento appunto di garanzia per chi vede questo marchio applicato a un prodotto-servizio. E ’un patto etico, e la nostra società ha estremamente bisogno di patti etici. Un marchio collettivo come quello UISI è un passe-partout per chi lo indossa e una garanzia per chi lo legge”.
"L'impresa diventa storia - ha affermato Fortunato Amarelli - quando entra nell'immaginario collettivo delle persone. Il brand diventa un modo per raccontarci. Dobbiamo iniziare a fare conoscere il marchio di impresa storica, o meglio di impresa ultracentenaria”.