Incertezza - Giugno 2020

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L’incertezza è una condizione di dubbio in merito agli sviluppi di una certa situazione. L’incertezza è fonte del rischio e aumenta tanto più quante più sono le posizioni diverse di chi è riconosciuto esperto in materia.

L’incertezza aumenta ulteriormente quando ognuno si sente autorizzato a prendere posizione sul problema indipendentemente dalle competenze possedute.

Maggiore è l’incertezza maggiore è il rischio percepito, al di là di quello che può essere il rischio reale, a causa di trappole cognitive che possono essere generate dallo stress.

Aspetto questo tipico di momenti di crisi, ancor più quando le crisi si presentano con tratti del tutto sconosciuti nelle loro dinamiche.

Ed è questa la condizione tipica nella quale ci si trova tutti ad agire vivendo nel contesto di una pandemia come quella da coronavirus.

Così anche l’imprenditore, pur abituato a convivere con il rischio, avverte un senso di disorientamento per la complessità di una situazione della quale stenta a cogliere gli effetti sul divenire delle relazioni con le persone che lavorano con lui, con i clienti, i partner di ogni tipo, la comunità nelle sue diverse componenti, le istituzioni.

Il disorientamento crea difficoltà nel decidere le linee di azione più coerenti con la razionalità possibile. La linearità dell’azione è esclusa e l’imprenditore deve accettare di lasciarsi andare sulle onde del cambiamento per coglierne la direzione e l’intensità.

Ecco allora che quotidianamente la consulenza manageriale presenta suggerimenti di vario ordine e grado sul come affrontare la situazione, senza riuscire spesso nell’intento di ridurre il diffuso senso di disorientamento.

In realtà, la razionalitàpossibile è ancor più limitata di quanto accade nei periodi di normale incertezza e non appare sufficiente a vivere la complessità.

Spesso questi suggerimenti risultano anche fastidiosi perché quasi scontati nel loro dire.

Non resta allora che fare appello ai punti fermi che in modo più o meno esplicito hanno sempre guidato le scelte imprenditoriali.

Questi punti fermi sono rappresentati dai valori che hanno mosso l’azione imprenditoriale tracciandone fin dall’origine la ragion d’essere.

Valori che la crisi può rafforzare o modificare e che se ispirati ai principi dell’ascolto, del rispetto, della fiducia, del senso del noi e della speranza attiva consentono l’emergere di intuizioni istantanee frutto della combinazione di esperienza, conoscenza, responsabilità e buon senso, frutto di una meta-razionalità.

Intuizioni che aprono a percorsi e scelte che assumono il senso immediato della definitività, perché erano sempre stati lì seppur nascosti sotto il velo del disorientamento. Percorsi a volte anche del tutto fuori dagli schemi usuali.

In realtà, l’imprenditore ha in sé la soluzione del problema, la deve solo far emergere.

Per fare questo deve accettare di porre accanto all’azione emergenziale necessaria ad assicurare la sopravvivenza dell’impresa, un tempo per il pensiero volto a tracciarne il percorso futuro attraverso un dialogo che cerca la risposta a una doppia domanda: perché esiste la nostra impresa e quale sarà il suo ruolo nel futuro che si sta preannunciando?

Giugno 2020

 





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