Ermenegildo Zegna, gruppo leader nell'abbigliamento maschile fondato nel 1910 a Trivero (Biella), oggi alla quarta generazione, ha ricevuto il 16 novembre scorso a Verona il premio Azienda familiare 2012.
«Un riconoscimento a una realtà che, dopo l'espansione, ha saputo proseguire nello sviluppo mantenendo vivi spirito imprenditoriale e armonia familiare, mentre la quinta generazione sta preparandosi ad assumere, quando sarà necessario, le proprie responsabilità» si legge nella motivazione.
In Italia l'85% delle imprese (il 50% di quelle con fatturato superiore ai 50 milioni) è a controllo familiare: numeri stabili, ma «quello che cambia è il contesto – spiega Guido Corbetta, titolare della cattedra Aidaf (l'associazione di categoria) Alberto Falck di strategia delle aziende familiari all'università Bocconi – Grazie all'ottica di lungo periodo e alla grande attenzione al personale, queste imprese hanno retto bene alla crisi e hanno incrementato l'occupazione. Nonostante le brillanti capacità di reazione, oggi la sfida è talmente grande che può vincerla chi sa fare un'ottima squadra unendo manager e persone di famiglia nella combinazione migliore».
Nella città scaligera, sfilano i testimonial: «In dieci anni, dall'89 al 2008, abbiamo investito all'estero 230 milioni – dice Antonio Marcegaglia, dal 1991 ad di Marcegaglia Spa – e solo negli ultimi 4 anni ulteriori 440 milioni. Non è delocalizzazione, è un ampliamento degli orizzonti che consente di aumentare la competitività e che va gestita in maniera non opportunistica, senza sottovalutare le sfide culturali e di relazioni». Perché il business «cambia di Paese in Paese, e bisogna saper cogliere e capire esigenze, abitudini, stili di vita differenti dal Canada a Singapore», sottolinea Veronica Squinzi, responsabile sviluppo globale e ricerche di mercato in Mapei, colosso della chimica con 62 impianti e 65 consociate nei cinque continenti.
Molte le aziende venete, dalla farmaceutica Zambon di Vicenza, fondata nel 1906, a Fedrigoni Spa, leader nella produzione di carte speciali, 2mila dipendenti in 10 stabilimenti e una famiglia che controlla il 100% del capitale da 25 anni grazie al proprio sistema di governo e gestione. Masi agricola Spa prende il nome non dal fondatore, ma dal vigneto da cui la storia è iniziata: «Ci siamo dal 1772 – racconta Sandro Boscaini – e la settima generazione, figli e nipoti, è già al lavoro. Radici così profonde, legate al territorio veneto, non ci hanno impedito di crescere. Esportiamo il 90%, ma non si tratta solo di vendere all'estero: in Argentina, dove abbiamo trovato le condizioni ideali anche dal punto di vista climatico, abbiamo trasferito il nostro know how».
L'evoluzione delle aziende familiari è tanto più importante nello scenario macroeconomico, in cui da un lato «abbiamo una Cina che vede crescere i salari e la domanda interna», ha detto Stefano Micossi di Assonime (Associazione fra le Spa italiane), dall'altro «c'è un' Europa che perde credibilità e che richiede una rivoluzione culturale delle imprese ma anche dell'euroburocrazia», ha aggiunto Marco Fortis (Edison Spa). In questo quadro, alle imprese familiari «mancano dimensione, capitale, management» ha concluso Micossi.