I marchi storici e l'incontro di Schiavon

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Curiosità, cambiamento, coraggio. Conoscenza, talento, visione, tecnologia. E ancora, resilienza, memoria, tradizione, creatività e identità. Tante soluzioni per progettare e guardare all’innovazione, cento declinazioni del fare impresa nel segno d’eccellenza: forti delle proprie radici ma sempre aperti alle sfide del futuro.

Alcuni dei marchi più prestigiosi del Made in Italy - ma anche docenti universitari, manager e esperti - si sono ritrovati presso le Poli Distillerie 1898 di Schiavon (Vicenza) in occasione dell’incontro "Storie e dialoghi sull'innovazione d'impresa", promosso da Unione Imprese Storiche Italiane (www.uisitalia.org, l’associazione che oggi abbraccia 48 marchi ultracentenari di 7 regioni d’Italia) in collaborazione con il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Verona.

L’incontro, introdotto dagli interventi di Claudio Baccarani (ordinario di Economia Aziendale all’Università di Verona, che ha presentato i dati di una ricerca sul tema dell’innovazione), e di Marco Bettiol (docente di marketing avanzato all’Università di Padova, che ha parlato di strategie di comunicazione), ha visto la testimonianza di imprenditori che hanno raccontato storie di innovazione del Made in Italy nel settore manifatturiero e dei servizi.

L'innovazione è come un viaggio del pensiero che traccia linee di azione per intercettare esigenze, problemi, desideri – ha detto Claudio Baccarani, ordinario di Economia Aziendale all’Università di VeronaIl nostro studio si è proposto di gettare uno sguardo su questi pensieri attraverso le parole che dipingono l'innovazione nel sentire delle imprese storiche. Ma poi allarga l'analisi al sentire in generale di altre imprese non storiche, di esperti e di studenti per cogliere quelle che possono essere le differenze e rispondere ad alcune domande”.

Voi rappresentate marchi storici che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy – ha detto Marco Bettiol, rivolgendosi alla platea dei presenti - Ma dovete essere ancora più consapevoli di essere gli artefici di prodotti belli, originali, di qualità. E che proprio per questi motivi necessitano di una comunicazione e di azioni di marketing sempre più incisive in un mondo che è ormai caratterizzato non solo dalla globalizzazione ma anche dalla multimedialità”.

L’importante è non farsi colpire della sindrome della ‘secia’ – ha avvertito Jacopo Poli di Poli Distillerie 1898 di SchiavonDimenticare un secchio, un oggetto, è possibile, ma ciò accade quando diamo tutto per scontato. E invece, quando si vuole innovare, non è possibile dare niente per scontato”.

“Parlando di Innovazione per l’Unione Imprese Storiche Italiane, emerge con chiarezza come l’innovazione abbia una naturale sua collocazione nella costante applicazione dei valori legati alla loro trasmutazione sulla strada che va dalla tradizione verso il progresso – ha spiegato Franco Torrini, Soprintendente dell’Osservatorio Scientifico Culturale dell’Unione- Innovazione significa capacità di leggere il futuro, di saperlo tradurre in fatti concreti, di riuscire ad assorbirne gli effetti che ciclicamente possono essere negativi o positivi. A superare quindi le difficoltà ed il successo. La capacità di adattare la propria struttura alle necessità del momento, in alcuni casi di trasformarsi, anche di perdere la propria fisionomia originaria, di correre o inginocchiarsi e poi di rimettersi in piedi. Di puntare appunto al progresso.”

Cristian Mucci, titolare dell’omonima impresa di Andria che dal 1894 produce confetti, ha spiegato che “la nostra azienda rimane fortemente legata a una forte tradizione artigianale, ma un allargamento dei mercati internazionali ci porterà presto a nuove soluzioni, come le certificazioni Halal e Kosher per far si che i nostri prodotti vengano consumati da musulmani ed ebrei”.

Per un’azienda che dal 1820 produce la tradizionale foglia oro, non è semplice innovare in un Mondo nel quale se cambi qualcosa non sei più lo stesso di prima – ha spiegato Donato Maggio, responsabile commerciale Italia per i preziosi di Giusto Manetti Battiloro 1820 – Dopo tanti anni, la nostra innovazione è stata l’oro alimentare, che è sempre esistito sin dell’antico Egitto, ma adattata alla versione aromatizzata, che sta riscuotendo grandissimo successo”.

E’ legittimo anche chiedersi a cosa possa servire una penna nell’era digitale – la domanda che è giunta da Evelina Hristozova, direttore marketing di Montegrappa 1912ma non per questo anche noi avvertiamo il bisogno di innovare, perché anche una penna classica può essere sempre adattato alle esigenze e alle fantasie di un cliente storico. E lo dimostrano i nostri nuovi prodotti, come la stilografica a 4 colori o una linea che si ispira a James Bond”.

Sul fronte dei servizi, Alberto Silvano Piacentini (direttore generale di Cassa di Risparmio di San Miniato 1830), ha citato l’esperienza di Banca Dinamica, banca online del gruppo. “Abbiamo iniziato questa avventura con 3 risorse interne e 4 stagisti, oggi possiamo dire di essere una bellissima realtà – ha ammesso Piacentini - E’ la dimostrazione che quando si innova, non sono importanti i mezzi a disposizione ma le persone che partecipano ai progetti”.

Pur non essendo ancora impresa storica, si è finora distinta in Italia e all’estero per il forte spirito di innovazione, un’altra azienda di servizi, Finanziaria Internazionale di Conegliano (30 anni di vita e 600 dipendenti). “Dalla nascita abbiamo operato in settori che non erano serviti da altri competitor, e sempre a supporto di progetti innovativi d’impresa – ha affermato l’amministratore delegato Andrea d VidoQuesto per dimostrare che giocare d’anticipo è una bella sfida che a volte paga”.

I lavori sono stati chiusi con un messaggio di Mariacristina Gribaudi, amministratrice unica di Keyline 1770 di Conegliano e vicepresidente dell’Unione Imprese Storiche Italiane. Il bene dell’azienda deve sempre rimanere il valore supremo, anche nelle imprese storiche familiari – ha detto Mariacristina Gribaudi e perciò noi imprenditori abbiamo il dovere di vivere un distacco emozionale con la storia, con l’impresa, a volte anche con i familiari che vi lavorano. Innovazione è anche essere in grado, insieme ai nostri figli che ci affiancano nell’attività, di fare un passo in avanti ma all’occorrenza anche un passo indietro di fronte ai manager”.

L’evento di Schiavon organizzato da Unione Imprese Storiche Italiane ha riscosso un ampio consenso in termini di partecipanti e di curiosità, come ha sottolineato il Presidente dell’Unione Eugenio Alphandery. “Siamo orgogliosi oggi di essere stati ospitati in bellissima impresa storica come Poli Distillerie 1898 e di esserci confrontati su un tema importante per le nostre imprese, quello dell’innovazione – ha detto Alphandery - Una parola che ci deve dare sempre molti stimoli a crescere, anche se in Italia questo atteggiamento imprenditoriale positivo si scontra spesso con tutti gli ostacoli della burocrazia”.

Proprio il Presidente dell’Unione Eugenio Alphandery ha consegnato la medaglia dell’Unione a Teresa Parma Poli di Poli Distillerie 1898, nonché il diploma di nuovo associato ad Elisabetta Pandolfini, titolare di Antonio Mattei Biscottificio Prato 1858.