Linea Verde a Rossano. Amarelli: “L’identità è la chiave di volta”

View access
Public
Alias
linea-verde-a-rossano-amarelli-l-identita-e-la-chiave-di-volta
Captcha
captcha
Category (main)
Created by alias
Disable comments
disable_comments
Displaying parameters
display_params
ID
1550
Version information
item_screen
JImages
jimages
JUrls
jurls
Language
Tutto
Language associations
lang_assocs
Layout parameters
layout_params
Layout selection
layout_selection
META data
{"robots":null,"xreference":"","author":"","rights":""}
Notify owner
notify_owner
Notify subscibers
notify_subscribers
Permessi
perms
Publish down (date)
0000-00-00 00:00:00
Publish up (date)
2021-02-17 16:12:53
SEO configuration
seoconf
Timezone info
timezone_info
Versioni
versions
Publish changes
vstate

Amarelli 4Il racconto su Corigliano-Rossano, cuore dell’agroalimentare di qualità, antichissima terra di liquirizia e custode del Codex Purpureus Rossanensis, patrimonio dichiarato dall’Unesco Bene patrimonio dell’Umanità ed inserito tra i documenti del Registro della memoria mondiale, è entrato nelle case degli italiani nel mondo domenica 14 febbraio 2021 con una nuova e ricca puntata di Linea Verde. Il programma di Rai 1 condotto da Beppe Convertini e Ingrid Muccitelli ha visto tra i protagonisti di questa tappa, anche il Museo e la Fabbrica di Liquirizia Amarelli.

Ad esprimere soddisfazione per la continua attenzione che il territorio continua a ricevere è l’Amministratore Delegato Fortunato Amarelli che ha illustrato il percorso storico di questa esperienza familiare ed imprenditoriale che, alla 12esima generazione, si appresta ad accogliere in azienda la prossima. Il binomio cultura – agroalimentare – sottolinea – continua ad essere un binomio che funziona ed attrae.

Per realizzare un chicco di liquirizia – ha spiegato Amarelli - ci vogliono 12 giorni. È un’estrazione vegetale che richiede un processo lungo e complesso; anche costoso. Ma come tutti i prodotti buoni e che raccontano anche una storia e tradizione italiana, fanno principalmente bene all’anima.

L’Amministratore Delegato, facendo riferimento anche alle innovazioni che in tre secoli l’hanno riguardata, ha ripercorso tutto il processo di produzione che parte dalla raccolta di queste radici fittonanti che crescono nel terreno fino ad una profondità di circa 2 metri, dove si concentra la glicirizzina, 25 volte più dolce dello zucchero.

Fino alla metà del 700 la liquirizia era conosciuta esclusivamente come prodotto medicamentoso. Con l’arrivo dei prodotti di sintesi di farmacia, la liquirizia è diventata facilmente un prodotto dolciario. Oggi conosciuta in tutto il mondo.

La radice di liquirizia viene macinata, inserita all’interno di un cestello ed attraversata da un getto di vapore che consente di ottenerne il succo. Dalla conca, strumento del 1907, dove la liquirizia cuoce lentamente si passa all’estrusore e, quindi, alla taglierina, che somiglia ad una moviola cinematografica. Si conclude con l’essiccazione, la separazione dei prodotti e la lucidatura che avviene secondo un metodo antichissimo: con il vapore.

www.amarelli.it